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Approfondimenti

Una lettera al mese: 65 ANNI FA “L’ANGELO DEI BIMBI”

ImmagineAImmagineB L’ANTEFATTO Fu un prete straordinario, Don Carlo Gnocchi, un prete che fece integralmente l’esperienza di Dio attraverso la concreta vita dell’uomo. Nato a San Colombano al Lambro il 25 ottobre 1902 da famiglia povera, don Carlo Gnocchi venne ordinato sacerdote nel 1925. Dopo un’esperienza tra i giovani nella parrocchia di san Pietro in Sala, fu assegnato all’Istituto Gonzaga di Milano come direttore spirituale. Nel 1941 partì come cappellano militare per il fronte greco e nel 1942 partecipò alla campagna di Russia. Nel gennaio del 1943 visse la tragica ritirata degli alpini della Tridentina e fu tra i pochi sopravvissuti: un’esperienza che cambierà il corso della sua vita. Appena tornato in Italia incomincia a dar corpo al suo sogno maturato in Russia: darsi totalmente ad un’opera di carità. Prima è direttore dell’Istituto dei Grandi Invalidi di Arosio, poi fonda la Federazione Pro Infanzia Mutilata ed infine nel 1952 da inizio alla Fondazione Pro Juventute, oggi Fondazione don Carlo Gnocchi, un capolavoro di intelligenza, di operosità, di amore. Poi la fine, a soli 54 anni, seguita dalla donazione delle cornee a due ragazzini ciechi che inaugurerà in Italia l’era del trapianto di organi. I grandiosi funerali del 1956, celebrati dall’allora arcivescovo Montini nel Duomo di Milano, lo consacrano per sempre padre dei mutilatini e precursore della riabilitazione moderna, non solo nel nostro Paese. La Fondazione che porta il suo nome conta oggi in Italia venti centri specializzati per la riabilitazione polifunzionale, per anziani non autosufficienti e per ammalati oncologici in fase terminale, con un totale di 2766 posti letto di degenza. CONTESTO STORICO POSTALE E’ in questa atmosfera che si inquadra il volo effettuato dall’”Angelo dei bimbi”. Negli ultimi mesi del 1948, Maner Lualdi, aviatore e giornalista e Leonardo Bonzi decisero di effettuare la traversata dell’Atlantico Meridionale su di un piccolo aereo da turismo chiamato appunto “l’Angelo dei bimbi”, un raid da Milano a Buenos Aires per raccogliere fondi per i mutilatini di don Carlo Gnocchi. I due piloti decisero di effettuare il volo con lo stesso apparecchio col quale avevano gia battuto il primato di distanza della categoria volando per 4560 chilometri da Campoformido a Massaua, un SAI 1001 Grifo, monoplano ad ala bassa di 9,90 metri di apertura, lungo 7,80 metri con carrello non retrattile, che pesava a vuoto 700 chili ed era dotato di un motore Alfa Romeo 110 di 125 cavalli, che gli permetteva una velocità massima di 240 km/h. L’intento del nuovo raid era quello di sensibilizzare l’opinione dei politici e della gente tutta sul problema dell’assistenza e della rieducazione dei piccoli mutilati di guerra, opera a cui aveva da poco dato inizio don Carlo Gnocchi. Il raid, di circa dodicimila chilometri ebbe in inizio a Milano il 6 gennaio 1949 e dopo le tappe di Albenga, Madrid e Casablanca, l’aereo giunse a Dakar il 10 gennaio. Qui ci fu una lunga sosta in attesa dell’autorizzazione di Parigi per il sorvolo oceanico di un apparecchio da turismo stracarico di carburante, senza radio e privo di paracadute e battello di salvataggio. Il giorno 19 arrivò finalmente il permesso per partire. Dopo diciassette ore di volo con notevoli difficoltà, i piloti assai provati atterrarono a Parnaiba ed il giorno successivo giunsero a Natal, poi proseguirono toccando Recife, Bahia, Rio de Janeiro ove giunsero il 28 gennaio; quindi San Paolo ed infine Buenos Aires. DESCRIZIONE DEL DOCUMENTO Unica testimonianza che ricorda una così audace impresa è costituita dagli aerogrammi che hanno attraversato l’Atlantico con “l’Angelo dei bimbi”, e che i possessori custodiscono gelosamente nelle loro collezioni di posta aerea. L’Unione Filatelica Lombarda contribuì all’impresa preparando il dispaccio aeropostale, autorizzato dal Ministero, formato da cinquecento buste numerate che furono prenotate e poi vendute a cinquemila lire l’una (lire di oltre cinquant’anni fa!) ed il ricavato fu versato a favore dei mutilatini. La busta reca a stampa la figura ed il nome dell’aereo, l’impresa realizzata ed il suo munifico scopo. Porta le firme autografe di Bonzi e Lualdi ed un timbro rosso illustrato con un globo terrestre. L’affrancatura di 108 lire corrisponde alla tassa per le stampe dirette all’estero, lire 8, più 100 lire quale sopratassa aerea per l’Argentina, L’annullo postale di partenza è quello di Milano: “Milano ferrovia – Posta aerea – 27.12.48” giorno in cui fu preparato il dispaccio. In arrivo fu applicato il bollo: “Buenos Ayres – Argentina – 14.2.1949”. Infine, al verso della busta è stata applicata una vignetta chiudilettera a colori dentellata celebrativa dell’impresa, che venne stampata anche in coppia non dentellata su foglietti numerati. In quella circostanza fu edita anche una serie di sei cartoline illustranti alcune fasi della vita dei piccoli mutilatini e dell’aereo utilizzato per la trasvolata. Nelle immagini in alto la busta commemorativa e la fotografia del veivolo impiegato per l'impresa. Descrizione a cura di Costantino Gironi

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