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Approfondimenti

Una lettera al mese: Tanga o Tonga?

france_to_Tonga_Tanga_24121902aSiamo ai primi del ‘900, nel pieno dell’espansione coloniale. In Europa i giornali parlano di sempre nuovi paesi “aggiunti” ai domini delle grandi potenze. Una ridda di nomi e luoghi esotici difficili da ricordare, ma facilissimi da confondere. E infatti, il Signor René Borel di Marsiglia indirizza la sua lettera al Console inglese a “Tonga, Isole degli amici” ma, facendogli difetto la conoscenza della Geografia, vi aggiunge un improvvido “Africa” forse memore di aver letto una quantità di nomi africani terminanti in “…nga”. Ciò crea un vero e proprio corto-circuito postale. Spedita il 24.12.1902, da Marsiglia la lettera viene inviata a Parigi e da lì con la ferrovia Parigi-Modane (25.12.1902) in Italia a Napoli per essere imbarcata sul piroscafo per l’Africa. Giunta il 15 gennaio 1903 a Zanzibar, al locale ufficio postale si chiedono quale sia la giusta indicazione: “Tonga, Isole degli amici” che però in Africa non esiste o piuttosto “Tanga, Africa”, città sulla costa dell’Africa Orientale a poche miglia di mare da Zanzibar? france_to_Tonga_Tanga_24121902bCome spesso accade si decide di demandare la soluzione a più alte autorità, inviando la busta all’ufficio postale di Bombay , responsabile delle comunicazioni postali inglesi dell’Oceano indiano occidentale, che, il 28 Febbraio, stabilisce di inviare il tutto a Tanga (arrivo il 7.4.1903) dove, ahimè, risulta subito chiaro che il console inglese non esiste. La lettera viene quindi prontamente rispedita ad Aden (15.4.1903), porto di scalo per i piroscafi inglesi diretti in Australia e nei mari del Sud. Lì, si cancella la destinazione “Africa” e si aggiunge invece la più precisa indicazione “via Sidney”. A questo punto non si può più sbagliare: via Colombo (22.4.1903) e Sydney (16.5.1903), la lettera raggiunge finalmente il console inglese a Nukualofa (8.6.1903), capitale del regno di Tonga. Sono passati oltre 5 mesi ma, ancora una volta e nonostante tutto, la posta ha fatto il suo dovere! Presentazione di Paolo Zavattoni

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